Sembra che le donne amino gli sms, o meglio, si innamorino grazie ad essi!
Così, almeno, pare di capire da una ricerca britannica su un campione ampio di giovani, considerato che dai suoi dati si rileva che al 90% delle fanciulle piaccia comunicare con i messaggini piuttosto che a voce e che il 76% di loro è convinta che il modo con cui si scrivono sia rappresentativo della natura e del carattere di chi li esprime. In particolare coloro che fanno maggiormente breccia nel cuore delle ragazze (in ben il 68% dei casi) sono quelli che scrivono messaggi non molto lunghi, ma senza utilizzare troppe abbreviazioni, o peggio ancora simboli. L’importante è che si “spremano le meningi” per lanciare una comunicazione ironica e – perché no? – elegantemente allusiva. Insomma la superficialità non paga e anche qui ci vuole impegno e sacrificio! Evitate una frase quale: “xò 6 x me la meio! tvmb!”, insomma, siate più originali!

Quello che mi domando, xò…ops scusate volevo scrivere però…è se convenga, spedire invece un mms dove, oltre al testo, sia possibile allegare anche una propria foto. Penso sia utile soprattutto nel caso di primo aggancio, giusto per capire che anche la parte meno nobile, ma spesso fondamentale, del corpo passi perlomeno l’esame della sufficienza, prima di mettere in moto la mente, cercando di emulare Shakespeare o Gozzano.

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In tal senso mi rammento che tantissimi anni fa, quando il telefono utilizzato era solamente quello cablato, mi innamorai di una dolcissima voce di una collega francese che avevo contattato per un supporto tecnico. La immaginai bellissima e misi il meglio di me nell’essere spiritoso e gentile, le mandai addirittura dei fiori! Destino volle che ci incontrassimo poi in un corso di aggiornamento in Inghilterra, e non vi nascondo la mia delusione quando la conobbi. Per darvi un’idea – prendendo in prestito una bellissima battuta dello sketch di Giorgio Faletti nel programma cult di Drive-In degli anni ottanta, quando impersonava la guardia giurata Vito Catozzo – la potrei descrivere un tipo “matematico”, perché era a forma di cubo: un metro e mezzo d’altezza, un metro e mezzo di lunghezza e un metro e mezzo di larghezza!

Morale della favola, cari ragazzi, cercate di capire se ne vale proprio la pena e poi scatenatevi pure…Amor, ch’a nullo amato amar messaggia , direbbe il Poeta! Meditiamo, gente, meditiamo… 🙂

Tratto dall’editoriale della Newsletter di DMO!

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