È ufficiale per la compagnia americana United Airlines: chi è sovrappeso deve pagare due posti a sedere o deve pagare il biglietto per la business class o ancora più semplicemente deve scendere dall’aereo.

Sarà che certi presidenti di compagnie aeree sono troppo vecchi per aver visto da bambini Dumbo ed essersi commossi. Nel cartone della Disney un elefantino non di certo campione di leggerezza e grazia imparava a volare grazie alle orecchie aerodinamiche. Una storia per bambini, che tuttavia può insegnare a tutti, la tolleranza per il diverso e il superamento dei pregiudizi.
Qualche giorno fa la nota compagnia aerea Ryanair aveva annunciato il proposito di far pagare il biglietto in proporzione al peso del passeggero. Ne derivava che gli individui dal girovita eccessivo erano costretti a sborsare cifre molto superiori ai prezzi normali previsti per volare. Questa, tuttavia, è rimasta solo una proposta, a differenza della concretizzazione data dalla compagnia americana United Airlines.
Per appagare le numerose lamentele giunte da passeggeri che per colpa di vicini di sedile sovrappeso non hanno potuto viaggiare comodamente, la compagnia americana ha deciso di far acquistare ai passeggeri obesi anche il biglietto del sedile al loro fianco. Il doppio acquisto potrà però essere evitato se i passeggeri inquisiti riusciranno a sistemarsi direttamente in un posto a sedere che ha già al suo fianco dei sedili liberi, in modo da non dare fastidio a nessuno. L’ingrato compito di valutare chi o meno possa rimanere seduto senza dare fastidio al vicino spetta agli assistenti di volo. Questi ultimi valuteranno la “stazza” dei passeggeri in base ad un piccolo esperimento: potranno restare seduti al proprio posto tutti quelli che riusciranno ad abbassare entrambi i braccioli e ad allacciare la cintura di sicurezza. In caso contrario i passeggeri in questione dovranno passare in uno degli eventuali posti liberi in business class, dove i sedili sono più capienti,oppure dovranno scendere dopo essere stati invitati a prendere un altro volo, sul quale faranno bene ad acquistare due posti se noteranno che l’aereo andrà riempiendosi, a meno di non voler ripetere la scena dall’inizio.
La United Airlines conclude promettendo di rimborsare tutti i biglietti dei malcapitati che costretti ad affrontare questo disagio sceglieranno, forse non a torto, di rinunciare al volo, anche nel caso in cui i biglietti dovessero essere non rimborsabili.
Ed ora la domanda sorge spontanea: non sarebbe stato meglio evitare di restringere i sedili in modo tale da evitare perdite di tempo per tutti i passeggeri e umiliazioni per quelli sovrappeso? O forse l’obiettivo delle compagnie aeree è quello di discriminare chi non si adatta alle caratteristiche di un inanimato consumato sedile? Resta il fatto che per volare, per volare davvero, non servono biglietti aerei.

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