Gaioz Nigalidze studiava le mosse grazie a un’app di scacchi sul lettore di Apple ed è stato cacciato dalla competizione

Ricordate quando a scuola il compagno bravo in matematica vi passava il compito e voi andavate a scopiazzarlo in bagno? Bene, la stessa cosa è successa a Gaioz Nigalidze, campione georgiano di scacchi. Il giovane stava partecipando a una gara del Dubai Open Chess contro Tigran Petrosian, maestro armeno della difficile disciplina scacchistica. Il dubbio su una pratica di gioco non corretta era venuto a Petrosian quando per troppe volte Nigalidze si era alzato dalla sua postazione per andare bagno, sempre nella stessa cabina. Vada che una gara di scacchi può durare per diverse ore ma se un concorrente ha problemi di stomaco si può anche sospendere e riprendere successivamente. In realtà i dolori di Nigalidze non erano legati a qualche bakhtiari kebab di troppo (piatto tipico della zona vecchia di Dubai) ma alla necessità di dare una frequente controllatina al suo iPod.

Cosa è successo

Quando gli ufficiali di gara hanno ispezionato il bagno utilizzato dal georgiano, hanno scoperto qualcosa che rimanda non solo all’adolescenza ma anche a pellicole di comici nostrani: un iPod dotato di cuffie nascosto in un rotolo di carta igienica. Sebbene Nigalidze non abbia fatto altro che negare, una rapida controllatina al dispositivo Apple ha permesso di fugare ogni dubbio: gli account social delle app installate erano tutti connessi al furbetto che aveva pensato di portare a casa l’incontro facendosi aiutare dalla tecnologia. Tra le applicazioni attive ne è stata trovata una di  scacchi il cui schema serviva probabilmente a Nigalidze per capire quali mosse effettuare come risposta all’avversario. Oltre ad essere cacciato e bannato dall’organizzazione del torneo saudita, adesso è tutta la sua carriera a essere messa in discussione. Non è chiaro se Nigalidze abbia utilizzato un simile metodo anche in passato ma di certo la disavventura che lo ha visto protagonista farà cambiare idea ad altri eventuali emulatori.

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