Aumentano i bambini a rischio d’asma se i genitori fumano in casa
Nonostante le recenti norme anti-fumo emesse dal Ministero della Salute abbiano messo in atto severe sanzioni volte a limitare i danni del fumo passivo soprattutto sui bambini, di cui uno su cinque è vittima, per evidenti ragioni legate alla privacy non si può impedire che i genitori fumino tra le mura domestiche.
I rischi del fumo passivo
Dopo l’annunciato divieto di fumare in auto in presenza di bambini e l’introduzione di nuovi divieti di fumo anche in spazi all’aria aperta, ora il decreto anti-fumo rappresenta un’ulteriore stretta nella lotta contro i danni alla salute causati dalle sigarette. Non dimentichiamo che proprio i più piccoli, uno su cinque secondo le stime, sono colpiti dai danni del fumo passivo, oltre ad essere vittime involontarie anche del cosiddetto “fumo di terza mano”, cioè quello che ristagna negli oggetti e nelle superfici e viene rilasciato nel corso nel tempo.
Se mamma e papà fumano in casa, le stanze si trasformano in una sorta di camera a gas per minori, con un aumento del rischio legato all’asma. I genitori dovrebbero avere il buon senso concedersi il fumo di una sigaretta solo uscendo in giardino o in terrazzo. Recentissime rilevazioni condotte per conto della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (Simri) hanno mostrato che un bambino italiano su 5 è costretto a vivere in una casa dove si fuma assiduamente, causando problemi alle vie respiratorie.
Quando manca il buon senso
In particolare l’aumento del rischio legato alla contrazione dell’asma in età pediatrica è pari al 43%. Ad influire negativamente sono le oltre 4 mila sostanze tossiche contenute nelle sigarette, responsabili di irritazioni a carico di bronchi, alveoli e polmoni dei bambini, rendendoli vulnerabili di fronte a fattori allergizzanti e agenti patologici.
L’invito è quindi a non fumare assolutamente negli ambienti dove vivono bambini, mettendo in atto il buon senso laddove le norme legislative non possono intervenire.