Il freddo intenso può avere effetti anche molto gravi sulla salute del cuore

Con l’arrivo delle temute temperature sotto zero di Burian, che stanno interessando anche la nostra penisola in questi giorni, si corrono anche alcuni rischi per la nostra salute che sarebbe meglio non sottovalutare. 

Spalare la neve può essere pericoloso

A spiegarlo è il dottor Giuseppe Di Pasquale, direttore del Dipartimento Medico e di Cardiologia all’Ospedale Maggiore di Bologna, che avverte:

“Così come per il caldo eccessivo – spiega l’esperto – anche il freddo intenso aumenta i rischi per la salute, soprattutto nelle categorie vulnerabili. Il cuore è l’organo che teme maggiormente il calo termico e come abbiamo già avuto modo di spiegare dopo l’abbondante nevicata del 2012, spalare la neve può essere un’attività pericolosa che aumenta il rischio di infarto”.

Precedenti studi avevano già messo in luce i pericoli per il cuore legati al freddo eccessivo: se la colonnina di mercurio scende di 10 gradi le probabilità di infarto aumentano del 7%.

Si rischia infarto e ictus

Il medico spiega come il gelo possa restringere le coronarie e le arterie periferiche, influenzando anche la pressione, che tende a salire e quindi deve essere tenuta sotto controllo dai soggetti che soffrono di pressione alta. Inoltre le temperature molto basse aumentano la viscosità del sangue, aumentando anche il rischio di infarto e di ictus.

Quali misure precauzionali bisognerebbe dunque mettere in atto? Secondo il dottor Di Pasquale sarebbe importante evitare sforzi eccessivi, come appunto spalare la neve, che in queste condizioni climatiche possono rivelarsi un fattore di rischio. Il medico riporta l’esempio della grande nevicata del 2012, che vide nei giorni seguenti solo all’ospedale Maggiore la registrazione di tredici pazienti con diagnosi di sindrome coronarica acuta.

“Nello stesso periodo il 118 ha registrato un 28% in più di chiamate per dolore toracico rispetto al corrispondente periodo temporale del 2011”.
Per rafforzare il sistema immunitario con l’arrivo del freddo ci si può aiutare con un’alimentazione ricca di vitamina C
, ma anche la vitamina E, i carotenoidi, lo zinco e il selenio. Oltre ai climi freddi, è stato dimostrato che anche altri fattori espongono l’organismo a rischio di infarto rischio di infarto, che si potrà diagnosticare con un esame del sangueattenzione in particolare alla carenza di vitamina D. Anche la statura influirebbe significativamente, in particolare sarebbero le persone basse ad essere più esposte a problemi cardiaci.

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