Costituita da uno strato di e-derma, la pelle elettronica è stata adattata alla protesi di una mano

Rivoluzione hi-tech nell’ambito delle protesi destinate ad essere impiantate alle persone che hanno subito un’amputazione. L’innesto di uno strato sottile di gomma chiamato e-derma ha conferito la capacità di percepire dolore e tatto, grazie a impulsi elettrici che stimolano i nervi nella parte del moncone, dove sono posizionati degli elettrodi, simulando una vera e propria sensazione di contatto quando si tocca un oggetto.

Il dolore ci protegge

Questo avveneristico prototipo è stato messo a punto da un team della John Hopkins School of Medicine di Baltimora, nel Maryland e lo studio è stato pubblicato su Science Robotics. «Il dolore è ovviamente qualcosa di spiacevole, ma è anche molto importante per proteggerci. Le protesi di oggi sono molto avanzate per riguadagnare la funzione persa, ma spesso mancano di un feedback sulla percezione tattile» spiega Luke Osborn, uno dei ricercatori. E’ grazie alla sensazione di dolore improvvisa che ritraiamo subito la mano se tocchiamo un oggetto tagliente o se avvertiamo calore eccessivo, per evitare di farci male o scottarci.

Una nuova gamma di sensazioni

Queste sensazioni finora erano escluse dalle possibilità tattili delle protesi, mentre questo nuovo modello è in grado, a seconda del tipo di impulsi inviati dal dispositivo, di trasmettere una nuova gamma di impulsi che vanno dal leggero fastidio al dolore.

Per il momento la nuova pelle elettronica è stata testata su un solo amputato, che toccando diversi oggetti ha descritto la sua sensazione così: «Dopo molti anni ho sentito la mia mano come un guscio vuoto riempirsi di vita». L’uomo riferisce anche di aver provato la sensazione di dolore mentre afferrava un oggetto appuntito. Il passo successivo sarà quello di sviluppare in futuro una gamma più completa di sensazioni tattili non solo legate al dolore.
Recentemente è stata sviluppata in Italia nel Rehab Technologies Lab un altro gioiello hi-tech, una protesi che sembra quasi vera, capace di restituire le funzionalità di una vera mano con una precisione del 90%, in grado di piegare le dita e afferrare gli oggetti. A gennaio era stata invece impiantata al Policlinico Gemelli di Roma la prima mano bionica dotata di tatto, dallo stesso team che aveva prodotto nel 2014 la prima mano bionica ‘sensibile’, con il limite però che l’attrezzatura informatica a cui era collegato l’arto era troppo grande. 

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