Uno studio mostra cosa succede nel cervello di chi è affetto dalla sindrome di Takotsubo

Il suo nome scientifico è “sindrome di Takotsubo”, ma viene anche comunemente chiamata sindrome da crepacuore o del cuore infranto o spezzato e determina tassi di mortalità simili a quelli dell’infarto (5%).
Nota anche come “cardiomiopatia da stress”, si tratta di una rara condizione che colpisce il cuore, descritta per la prima volta in Giappone nel 1990, una patologia che comporta la deformazione del ventricolo sinistro, con sintomi analoghi a quelli di una sindrome coronarica acuta. Si ipotizza tra le cause un prolungato stress emotivo, come un lutto in famiglia, un incidente o altre gravi preoccupazioni, tanto che uno studio ha evidenziato come anche il dolore per la perdita del proprio cane possa scatenarla.

Un’alterazione della connessione tra aree nervose

Oggi uno studio condotto da Christian Templin, del Policlinico Universitario di Zurigo, mostra come nei pazienti con sindrome di Takotsubo le regioni del cervello che elaborano le emozioni e che controllano battito cardiaco, respirazione e altre funzioni autonome del nostro corpo non comunicano bene tra loro. Potrebbero essere proprio queste alterazioni nella connessione tra aree nervose alla base del problema cardiaco.  

La sindrome, che in metà dei casi è associata a disturbi mentali come la depressione, si manifesta come un infarto, con dolore al petto o affanno improvviso e si associa ad alterazioni dell’elettrocardiogramma, ma le arterie che ossigenano il cuore risultano in realtà normali.
Il cuore si trasforma in una sorta di palloncino, come il vaso (tsubo) che usano i giapponesi per raccogliere i polipi (tako), da cui si spiega appunto il nome dato alla malattia.

Le donne solo le più colpite dalla sindrome

Più comune nelle donne, la sindrome è spesso in associazione con problemi psichiatrici e si presenta in concomitanza di forti stress o dolore emotivo; ecco perché gli esperti hanno indagato il cervello dei pazienti confrontandolo con quello di individui sani di controllo.

“Per la prima volta abbiamo individuato un’associazione tra alterazioni funzionali in aree neurali e sindrome da crepacuore – spiega Templin; ciò supporta l’idea che il cervello sia coinvolto nella genesi della malattia cardiaca. Stress fisici ed emotivi sono profondamente associati a essa – continua – ed è stato ipotizzato che l’eccessiva stimolazione del sistema nervoso autonomo (che controlla battito cardiaco e respiro) potrebbe portare alla sindrome”. 

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