Ora legale, ecco perché sarebbe meglio abolirla

Il cambio dell’ora ha effetti negativi sulla salute che possono durare per mesi

Negli ultimi anni si è molto discusso anche in ambito scientifico riguardo alle ripercussioni negative dell’ora legale sul nostro organismo. Spostare le lancette dell’orologio comporta infatti la possibilità che si manifestino alcuni sintomi come stanchezza, eccessiva irritabilità, inappetenza ed insonnia.

L’ora legale in alcuni casi può persino rivelarsi fatale, facendo registrare un aumento di attacchi cardiaci il giorno seguente. Del resto, è stato dimostrato che dormire meno aumenta le probabilità di sviluppare malattie cardiache, diabete e cancro e sembra che favorisca anche l’invecchiamento precoce del cervello.  Secondo recenti stime, con il cambio dell’ora oltre 9 milioni di italiani rischiano insonnia e nervosismo dovute al cambiamento del proprio ritmo sonno-veglia.

Una consuetudine da abolire

E’ per tutte queste ragioni che, secondo gli esperti, il cambio dell’ora andrebbe abolito. Su questo tema verte anche il lavoro di quattro ricercatori della Vanderbilt University e della University of Pennsylvania, che in un editoriale sulla rivista Jama Neurology tentano di spiegare appunto perché si dovrebbe abbandonare questa convenzione dannosa per la salute, tanto più che gli effetti negativi possono durare per diversi mesi da quando entra in vigore. Nel loro loro editoriale, gli autori spiegano che il cambio di orario può aumentare il rischio di attacchi cardiaci e di ictus e riduce in media il sonno di 15-20 minuti nei giorni successivi all’entrata in vigore, effetto che può aumentare anche il rischio di incidenti stradali. Inoltre su alcuni soggetti più fragili, come i bambini con autismo, gli effetti negativi possono perdurare anche settimane e mesi.

L’orologio biologico non è sincronizzato con la luce

“Le persone pensano che una transizione di un’ora non sia niente di che, che si può superare in un giorno, ma quello che non capiscono è che il proprio orologio biologico non è più sincronizzato con la luce”, spiega Ann Malow, uno degli autori dell’articolo. Questo può causare “un disallineamento dell’orologio biologico per otto mesi l’anno”. L’esperto conclude infine precisando che “quando parliamo di ora legale e di relazione con la luce naturale stiamo parlando di impatti profondi con l’orologio biologico, ben radicato nel cervello, e quindi ci sono impatti sulle funzioni cerebrali come l’energia o la vigilanza”.

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