Peperoncino, mangiarlo 4 volte a settimana dimezza il rischio di infarto e ictus

Un nuovo studio conferma i suoi effetti protettivi, indipendentemente dalla dieta adottata

Negli ultimi anni numerosi studi hanno esaltato le proprietà benefiche del peperoncino, che oltre a far bene alla linea, allevia i dolori e lo stress, tanto da essere considerato un vero e propio elisir di lunga vita.
A confermare gli effetti salutari di questa spezia afrodisiaca ci ha pensato uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology e coordinato dagli epidemiologi dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università dell’Insubria a Varese e il Cardiocentro Mediterraneo di Napoli. La ricerca ha messo in luce come l’abitudine di usare il peperoncino in cucina (circa 4 volte a settimana) riduca il rischio di morte per infarto del 40% e per ictus di oltre il 60%. Inoltre risulta ridotto del 23% il rischio di morte per qualunque causa rispetto a chi non lo usa abitualmente. Già un precedente studia aveva legato il consumo di peperoncino rosso piccante ad una riduzione del 13% della mortalità generale e alla capacità di prevenire il rischio di ictus e cardiopatie.

Effetto protettivo assicurato

L’attuale ricerca si basa sull’analisi delle abitudini alimentari di 22.811 molisani, che sono stati monitorati per un tempo medio di otto anni.

“L’aspetto più interessante – ha spiegato il primo autore del lavoro Marialaura Bonaccio, epidemiologa del Neuromed – è che la protezione assicurata dal peperoncino è indipendente dal tipo di dieta adottata complessivamente, ovvero sia che si mangi in modo sano, sia che si scelga un’alimentazione meno sana, l’effetto protettivo del peperoncino è uguale per tutti”.

I ricercatori tuttavia sono ancora cauti nel trarre conclusioni e specificano che saranno necessari ulteriori approfondimenti per arrivare a comprendere i meccanismi biochimici attraverso cui il peperoncino e altre spezie usate in cucina agiscono sul nostro organismo con un effetto protettivo.

Leggi anche:  Uova e colesterolo: una correlazione inesistente secondo uno studio recente