Obesità infantile, aumentata di 11 volte in 40 anni

La colpa è del marketing aggressivo e delle cattive abitudini familiari

Un rapporto realizzato da Unicef, Organizzazione Mondiale della Sanità e Lancet denuncia un aumento preoccupante del numero di bambini e adolescenti obesi nel mondo: dagli 11 milioni del 1975 si è passati ai 124 milioni del 2016, un aumento di 11 volte in circa 40 anni. Secondo le previsioni dell’Istituto britannico per la Ricerca sul cancro, la generazione dei millennials ha una tendenza al sovrappeso che rischia di raggiungere livelli preoccupanti nei prossimi anni.
Una delle principali cause di questo allarmante quadro è il marketing aggressivo, che può arrivare fino a 30.000 annunci pubblicitari in un anno, che spinge i bambini verso i fast food e il consumo di cibi spazzatura e bevande zuccherate, che causano 184mila morti all’anno.

Le cattive abitudini e stili di vita

Si stima che in Italia siano circa 2 milioni e 130 mila bambini e adolescenti obesi o sovrappeso, pari al 25,2% della popolazione tra i 3 ed i 17 anni.
L’obesità infantile rappresenta ancora un’emergenza sanitaria in Italia; secondo un’indagine di Altroconsumo, nonostante un lieve calo rispetto al passato, le statistiche parlano chiaro e rivelano un quadro preoccupante.
L’Associazione ritiene che tra i fattori responsabili di questa situazione siano anche «le abitudini a tavola all’interno dei nuclei familiari con il preoccupante abbandono in Italia dei principi della dieta mediterranea. Nel 2019 gli italiani nel carrello della spesa hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura che scendono nel 2019 a circa a 8,5 miliardi di chili, in diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente, con effetti sulla salute e sulla qualità della vita, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Cso».

«Si è verificato infatti un brusco calo che – sottolinea la Coldiretti – ha fatto scendere il consumo individuale sotto la soglia minima di 400 grammi di frutta e verdure fresche per persona, da mangiare in più volte al giorno, raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per una dieta sana».

«A provocare il calo – continua la Coldiretti – è stato il -4% della frutta ed il -2% degli ortaggi nonostante il diffondersi di smoothies, frullati e centrifugati consumati al bar o a casa grazie alle nuove tecnologie. Un dato ancora più allarmante – denuncia Coldiretti – se si considera che a consumare meno frutta e verdura sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, con quantità che sono addirittura sotto la metà del fabbisogno giornaliero, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate».

Cibi a Km 0 nelle mense scolastiche

«Per assicurare una migliore alimentazione ma anche per educare le nuove generazioni è importante – sostiene la Coldiretti – qualificare l’offerta delle mense scolastiche anche con cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e garantiscono genuinità e freschezza».

Un altro dato rilevante riguarda l’esposizione dei giovani alla pubblicità delle sigarette elettroniche, che è aumentata di oltre il 250% negli Usa in due anni.
«L’autoregolamentazione del settore industriale ha fallito. Studi dimostrano – spiega Anthony Costello, uno degli autori del rapporto – che non ha frenato la capacità delle imprese di fare pubblicità ai minori».
Secondo una recente ricerca, anche lo stile di vita avrebbe un’incidenza significativa sull’aumento di peso dei più piccoli: ogni ora passata davanti alla televisione aumenta la massa corporea dei bambini di 0,1 punti, corrispondenti a circa 2 kg. Anche dormire poco fa ingrassare: la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) ha evidenziato un forte legame tra qualità del sonno e obesità infantile. Inoltre, secondo un altro studio i bimbi nati con il cesareo avrebbero il 15% in più di possibilità di diventare ragazzi obesi.

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