Tetsuro Ueda, esperto di tecnologie presso il Nissan Research Center, parla di Invisible-to-Visible, la nuova tecnologia sviluppata da Nissan che aiuta i guidatori a vedere l’invisibile combinando il mondo reale e quello virtuale
Ci può parlare brevemente della tecnologia Invisible-to-Visible?
Ueda: Invisible-to-Visible, o I2V, è il nostro modo di aumentare la consapevolezza e ottimizzare l’esperienza di guida. Coniugando il nostro mondo reale con quello virtuale, chiamato Metaverse, possiamo dar vita a un’esperienza di connettività all’avanguardia. I dati raccolti dai sensori dall’area intorno al veicolo in movimento e le interazioni con le informazioni virtuali vengono restituiti attraverso visioni tridimensionali in realtà aumentata. In concreto, possiamo interagire e vedere informazioni che altrimenti risulterebbero invisibili.
Come si distingue questa tecnologia da tecnologie simili sviluppate da altri?
In termini di interazione con i dispositivi digitali, fino a oggi la tecnologia si è limitata ad aggiungere informazioni vocali a quelle visualizzate su uno schermo piatto. La tecnologia I2V va oltre questo tipo di fruizione delle informazioni. Alcune aziende stanno effettuando ricerche su tecnologie di visualizzazione tridimensionale delle informazioni simili alla nostra, ma il nostro approccio innovativo fa la differenza. La nostra presentazione dei dati o degli avatar sotto forma di MR (mixed reality – realtà mista) aumenta il livello di interazione e dà peso agli elementi virtuali nella nostra realtà. Un altro fattore di distinzione è il nostro obiettivo di presentare le informazioni e i dati secondo uno stile “umano”.
L’auto che vede l’invisibile: videogallery
Può approfondire questo concetto? Qual è la differenza rispetto agli assistenti personali virtuali (VPA) disponibili oggi sul mercato?
Mentre i VPA si propongono di migliorare l’efficienza delle funzioni di assistenza all’utente tramite l’intelligenza virtuale, gli avatar che offrono servizi tramite Metaverse, che chiamiamo Traverse-Agent, sono completamente diversi, in quanto accentuano l’interazione fra le persone più che l’efficienza. I VPA fungono da assistenti alle funzioni, mentre i Traverse-Agent non si limitano all’aspetto funzionale, ma sono dei veri e propri compagni all’interno dell’abitacolo. Questo concept utilizza una varietà di sensori I2V, come Omni-Sensing, che raccoglie i dati dall’infrastruttura stradale e dai sensori presenti intorno al veicolo, e Metaverse per soddisfare numerose esigenze. Ad esempio mettersi in contatto con gli amici, farsi assistere alla guida, studiare le lingue, avvalersi di una consulenza commerciale, il tutto a bordo del veicolo.
Fra le informazioni ricevute tramite Omni-Sensing vi sono i dati sul traffico. Che differenze ci sono con i dispositivi e le app che forniscono informazioni di questo tipo?
Non occorre collegarsi a Metaverse per ricevere le informazioni sul traffico che si possono già ottenere tramite l’accesso a uno spazio cloud dedicato visualizzando i dati, proprio come fanno le auto connesse esistenti oggi. Invece la tecnologia I2V prende questi dati e aggiunge un livello superiore di dettaglio utilizzando i dati raccolti dalla tecnologia Omni-Sensing. Ad esempio, oltre a ottenere informazioni anticipate su congestioni del traffico stradale, possiamo conoscere la causa, la corsia migliore da prendere e le possibili strade alternative. Disporre di queste informazioni per evitare spiacevoli sorprese può ridurre lo stress della guida.
La dimostrazione al CES darà prova di come le persone che fanno parte di Metaverse possano essere presenti a bordo dell’auto come avatar. Possono assumere il controllo del veicolo?
In condizioni di guida autonoma, prevediamo la presenza di un operatore speciale in grado di fornire istruzioni ai veicoli dotati di guida automatizzata, alla stregua del concept SAM annunciato da noi al CES 2017. Non pensiamo, tuttavia, di trasferire il controllo della guida, ovvero di acceleratore, freno e sterzo. Può essere possibile condividere funzioni diverse da quelle coinvolte nella guida, come il climatizzatore o il sistema di infotainment, per migliorare la qualità dell’esperienza a bordo.
Considerando il fascino che sta esercitando l’esperienza di guida nei mondi virtuali, pensate che la guida fisica dell’auto conservi il suo appeal? I proprietari di auto diminuiranno?
Le auto rispondono al desiderio di mobilità delle persone. Le caratteristiche chiave della tecnologia I2V sono condividere l’esperienza della mobilità e aumentare il livello di interazione uscendo dal mondo reale ed entrando nel mondo di Metaverse e dei suoi utenti finali. Ne deriva un aumento esponenziale del numero di utenti che possono interagire in più situazioni.
Pensiamo che un viaggio condiviso in uno spazio virtuale non possa competere con l’esperienza della realtà, quindi non temiamo una contrazione nel numero degli automobilisti. La combinazione di esperienza di guida reale con quella virtuale dovrebbe, invece, incoraggiare spostamenti nel mondo reale.
Non è pericoloso peri conducenti accedere al mondo di Metaverse durante la guida?
Non è possibile entrare totalmente in Metaverse mentre si guida. Questa tecnologia utilizza gli elementi di Metaverse per permettere agli utenti di conversare con gli avatar, ovvero persone appartenenti al mondo di Metaverse che proiettano il proprio Io virtuale nel mondo reale all’interno dell’auto. Si tratta di una tecnologia differente rispetto a un’esperienza di realtà virtuale completa, che, pur essendo possibile, non riteniamo possa funzionare come esperienza di guida attuabile.
Questa tecnologia funziona ovunque oppure solo in città dotate di un’infrastruttura connessa?
Può essere usata ovunque vi sia un accesso a un ambiente Internet. Tuttavia occorrerà attendere l’introduzione di una tecnologia wireless 5G o successiva affinché possa essere impiegata sui veicoli in movimento. Una volta disponibili tecnologia e velocità di connessione necessaria per gestirla durante la guida, Invisible-to-Visible ottimizzerà l’esperienza di mobilità, aprendo la porta a un’infinità di mondi.