Israeliani  e palestinesi combattono, oltre al rovinoso conflitto reale, una guerra informatica inarrestabile. L’obbiettivo è modificare a piacere i siti avversari, volgendoli a vantaggio della propria immagine. Le battaglie informatiche sono il riverbero di una guerra molto più dura e sanguinosa, concreta, triste, cieca e vigliacca. E’ la guerra che si combatte nella striscia di Gaza, affiancata ora da un’altro acceso conflitto. Non sono certo nuove le cyber-war tra popoli e stati. Insolito è invece l’accanimento con cui recentemente israeliani e palestinesi si battono ferocemente per il loro paese nella cyber-arena di Internet. A dare inizio alla battaglia sono stati alcuni studenti israeliani. L’attacco è consistito nel realizzare un software scaricabile dal sito Help Israel Win, con lo scopo di creare una rete virtuale di macchine con cui provocare un overload sui siti pro Hamas, il gruppo fondamentalista palestinese. L’operazione ha mietuto varie vittime tra cui
i siti QudsNews, The Palestinian Information Center (PIC) e QudsVoice. Bojan Zdrnja, del SANS Institute ha analizzato il software, eseguendolo in un ambiente protetto e scoprendo che la sua installazione collega il PC a un certo numero di server IRC (Internet Relay Chat), tramite i quali i gestori di Help Israel Win possono poi effettuare qualsiasi operazione con il PC dell’utente.
E’ anche vero che il software viene fornito con un efficace uninstaller, sebbene non sia chiaro se l’installazione comporti l’inserimento di altri malware sulla macchina. Un altro gruppo di hacker ha mosso offensive contro il sito arabo Arabs48, modificandone il testo e inserendovi un’immagine contenente la bandiera con la stella di David; il sito è molto conosciuto per le sue posizioni a favore del popolo palestinese.
I palestinesi non sono certo rimasti ipnotizzati davanti a simili azioni. Radunato un gruppo di hacker, partigiani della causa araba, hanno modificato le informazioni del sito israeliano. Un altro gruppo di attivisti pro palestinesi, TEAM-Evil, ha attaccato vittoriosamente numerosi siti web, simpatizzanti per Israele, reindirizzandone il traffico, mediante DNS poisoning, su siti di propaganda palestinese. Persino una banca è entata nel mirino degli attacchi informatici. Si tratta del sito web della israeliana Bank Discount, violato con modifica dei contenuti, che tuttavia non ha causato ripercussioni sui conti correnti dei clienti. I militani palestinesi hanno espanso il proprio dominio oltre il mondo arabo raggiungendo il sito inglese di Radio Basingstoke, i cui contenuti sono stati modificati con annunci propagandistici a supporto della causa dei popoli arabi in Palestina, Iraq e Afghanistan.
Palestinesi e israeliani combattono da più di 2000 anni. Prima era la religione la mela della discordia. Adesso è una striscia di terra che prima o poi scomparirà sotto i colpi di bombe e proiettili. E quando anche l’ultima zolla secca e desertica si volatizzerà nel polverone di spari e violenza, allora saranno inventati spazi immaginari per cui litigare. Le premesse ci sono tutte. Se la guerra si fa anche nell’incosistente cyber spazio è probabile che prima o poi si combatta provvisti di cartina del Risiko e obiettivi da conquistare in mano.

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