La notizia è di pochi giorni fa: un satellite statunitense per le telecomunicazioni si è scontrato con un altro satellite, stavolta russo, adibito sempre per lo stesso scopo, anche se non più operativo. In altri tempi si sarebbe potuto pensare ad un episodio da “guerra fredda”, con ricamature giornalistiche degne del miglior Forsyte, ma mi sa che il problema sia più terra terra – anche se sarebbe meglio dire “aria aria”. Insomma: oltre a quanto assistiamo quotidianamente nel grande raccordo anulare di Roma oppure nella tratta Ghisolfa-Cormano della tangenziale di Milano è bene che cominciamo a metterci in testa che anche lassù la situazione è critica. Troppa roba che circola, o meglio che orbita, tra residuati dello sputnik e nuovissimi satelliti ad altissima tecnologia, che permettono di andare a controllare da google se le zucchine dell’orto del vicino stiano crescendo più rigogliose delle nostre. Il satellite a stelle e strisce andato distrutto era utilizzato per il servizio Iridium, che permette comunicazioni voce e dati con copertura globale di tutto il pianeta, e sono talmente numerosi i satelliti di questo servizio (se non erro più di sessanta), che l’incidente non ha fatto fare neppure una piega ai responsabili della società, che prontamente hanno ordinato la sostituzione del satellite distrutto con un altro di riserva già in orbita. Nessun problema. Partono missili con maggior frequenza della metro direzione Sesto Marelli in ora di punta: già pochissimi giorni dopo l’accidente descritto (venerdi 13, data poco fausta scaramanticamente parlando, ma questo non è stato di ostacolo) ho letto che dalla Guyiana Francese è partito un razzo che ha messo in orbita altri due satelliti del gruppo europeo Eads Astrium, quasi si volesse compensare matematicamente la perdita precedente. Però c’è anche chi si preoccupa, come i militari USA che stanno monitorando la scia di detriti che sono stati conseguenza dello scontro: si contano ben 600 frammenti di varia grandezza che potrebbero diventare proiettili distruttivi per le altre attività spaziali in corso. A parte, quindi, suggerire attenzione massima ai cosmonauti in questo momento nello spazio (state attenti quando andate fuori a passeggiare o a lavorare, mi raccomando!) forse andrebbe pensato un “codice dello spazio” similmente al “codice stradale”, chissà, potrebbe essere anche un aiuto economico alle assicurazioni in questo grave momento di crisi…Meditiamo, gente, meditiamo…:-)

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P.S. ho ricevuto una rimostranza da una gentile lettrice per una metafora usata nell’ultima news sul tema “sms”. Io credo che la critica sia strumento molto efficace di riflessione, utile al dialogo piuttosto che alla contrapposizione. Non solo mi scuso, quindi, se, inavvertitamente e in totale buonafede, ho suscitato disapprovazione, ma ringrazio anche dell’osservazione che mi ha fatto meditare. Sperando che ciò che scrivo ora non sia fonte di ulteriore biasimo, ma possa essere solo spunto di comprensione, prendo in prestito una battuta che ho letto tempo fa e che penso faccia anche “pendant” con il tema della news odierna: siccome gli uomini arrivano da marte, parlando marziano, e le donne da venere, parlando venusiano, fanno una fatica enorme a capirsi. Aggiungo però che quando riescono a farlo, la cosa è bellissima perché è segno che sono innamorati, perché l’amore è la lingua universale….

Tratto dall’editoriale della Newsletter di DMO!

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