Una ricerca norvegese ha dimostrato che assumere regolarmente pesce ricco di Omega 3 innalza i livelli di vitamina D nel sangue e aiuta a dormire

Per tutti coloro che fanno fatica a dormire arriva una soluzione semplice e gustosa. I ricercatori dell’Università di Bergen, in Norvegia, hanno scoperto che una dieta ricca di pesce può aiutare a migliorare la qualità del sonno e ad evitare di rimanere svegli per ore nel cuore della notte. Il problema dell’insonnia, che può in casi molto gravi provocare danni piuttosto ingenti al cervello,  è diventata una vera piaga sociale in epoca moderna. Sempre più persone hanno difficoltà a dormire e la crisi economica non ha fatto che acuire questa problematica.

Questa capacità del pesce, che pare sia utile anche per combattere allergie e diabete di tipo 2, è da imputare all’elevata presenza di Omega 3.

Mangiare pesce aiuta a dormire

I ricercatori hanno sottoposto per 6 mesi alcuni volontari ad una dieta ricca di pesce, in particolare salmone, per tre volte a settimana. Alla conclusione dello studio è emerso che i partecipanti avevano migliorato il proprio riposo e manifestavano in maniera più lieve i sintomi dell’insonnia. I prelievi di sangue regolari hanno mostrato che l’elevata concentrazione di Omega 3 (PUFA n-3) contenuti negli alimenti ingeriti avevano innalzato nell’organismo i livelli di vitamina D, molecole che non solo aiuta la calcificazione della ossa ma favorisce anche il sonno e la salute del cervello. Inoltre, gli acidi grassi essenziali sono utili per combattere la depressione ma, al contrario di quello che gli esperti hanno sempre pensato, pare non siano così efficaci per la prevenzione dall’infarto.

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Il buon riposo è un fattore fondamentale per il benessere dell’organismo. Le giuste ore di sonno è fondamentale per apprendere e ricordare e aiuta persino a combattere l’insorgenza dell’Alzheimer. A volte però dormire qualche ora in meno non è necessariamente un male. Pare infatti che ridurre di 24 ore il tempo dedicato al riposo notturno aiuti a lenire gli effetti della depressione.