Se è vero che le donne si ammalano più frequentemente degli uomini di patologie respiratorie, d’altra parte gli uomini devono fare i conti con forme più gravi

Per esempio la donna è meno colpita dell’uomo dalla Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) ed ha una minore compromissione funzionale respiratoria indipendentemente dall’età. Il gentil sesso avrebbe anche una maggiore capacità di percepire i sintomi e attenzione nel curarli in tempo, ricorrendo tempestivamente alle cure mediche. Forse anche per questo negli uomini queste patologie degenerano più facilmente in forme più avanzate e complesse da guarire.

Donne più colpite da asma e tosse cronica

E’ i quadro emerso da una ricerca italiana, i cui risultati saranno presentati nel corso del XV Congresso nazionale Simer- Fip (Società italiana di medicina respiratoria, Genova, 1-3 ottobre), e confermano che prevalenza ed espressione delle malattie respiratorie sono molto diverse tra uomo e donna. La necessità di studi mirati nasce dal fatto che le patologie nelle donne sono state trascurate. Le ricerche epidemiologiche spesso non analizzano separatamente i due sessi. “Esaminando circa 400 pazienti sintomatici, arrivati da noi senza una diagnosi, abbiamo notato che gli uomini presentano maggior prevalenza di Bpco con o senza sovrapposizione di asma, mentre le donne vengono più colpite da patologie di tipo irritativo delle vie aeree, come l’asma, o da sintomi come la tosse cronica associata a rinosinusite”, spiega Caterina Bucca dell’Ospedale S. Giovanni Battista di Torino. “Tra i pazienti con Bpco con o senza asma, il genere femminile ha una minore compromissione funzionale respiratoria, indipendentemente dall’età”.

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Le donne sono più sensibili ai sintomi

Dalla ricerca è emersa una situazione clinica che vede circa il 31% dei pazienti aveva asma (18% degli uomini vs 38% delle donne), il 25% Bpco (43% vs 14,5%), circa il 11% entrambe (17,5% vs 7%), il 17,6% tosse cronica associata a rinosinusite (6% vs 24%), l’8% patologie restrittive polmonari (6% vs 9%) e altrettanti malattie cardiovascolari (9% vs 7%). Non bisogna dimenticare che il corpo femminile presenta alcuni svantaggi in partenza. “Le donne – prosegue Michela Bellocchia, specializzanda dell’Università degli Studi di Torino, coautrice dello studio – hanno infatti una maggiore percezione dei propri sintomi e una suscettibilità più elevata al fumo di sigaretta, a causa di numerosi fattori, tra cui la minore capacità di difesa dal danno ossidativo e di riparazione delle cellule danneggiate. Gli estrogeni influenzano anche la costituzione del muco, favorendo la prevalenza di un costituente che lo rende più vischioso. Questo fa sì che, nelle fumatrici, la malattia si sviluppi in età più giovanile e che sia sufficiente una minore esposizione al fumo per metterne in pericolo la salute”. “Lo studio dimostra come nel genere femminile vi sia una maggior prevalenza di patologie meno gravi come rinosinusite, asma bronchiale e tosse cronica”, continua Bucca. A questo proposito l’ipotesi recente è che le donne asmatiche percepiscano in modo diverso l’ostruzione al flusso aereo rispetto agli uomini, avendo più di frequente sensazioni di dispnea e ansia. Questo comporterebbe un abbassamento della qualità della vita e un maggiore disagio in risposta ai sintomi. “Le pazienti hanno inoltre un rischio maggiore, rispetto ai malati dell’altro sesso, di subire un ricovero, anche per una tendenza superiore nel ricercare le cure mediche. Questo fatto permette una presa in carico dei servizi sanitari più precoce, e di conseguenza una migliore gestione della malattia rispetto agli uomini”, sottolinea Carlo Mereu, presidente Simer e del Congresso di Genova.