Caffè, berne tanto non fa venire il cancro ma danneggia il cuore

Fino a 5 tazzine al giorno non fanno male, ma attenzione alla caffeina nascosta

Il caffè è una delle bevande più amate in tutto il mondo, ma spesso anche al centro di dibattiti scientifici intorno agli effetti sulla salute legati al suo consumo. Una delle domande più frequenti riguarda proprio la quantità di caffeina che l’organismo può assumere ogni giorno senza avere ripercussioni negative sul nostro organismo.

In poche parole: quante tazzine di caffè possiamo concederci senza rischi? Quando dobbiamo invece inviare a preoccuparci?

Attenzione agli integratori

A rispondere è la Food and drug administration (Fda), l’agenzia Usa che regola i farmaci, che dà come indicazione utile un massimo di 4-5 tazzine di caffè al giorno: entro questa soglia non ci sono effetti negativi; anzi, come dimostrato da precedenti ricerche, bere una tazza al giorno diminuirebbe del 12% il rischio di morte, mentre berne due al giorno aiuta a tenere lontano il cancro al seno. Cosa succede se ne beviamo tre, quattro o addirittura cinque? Consumare più di tre tazzine al giorno proteggerebbe le arterie dall’ostruzione, evitando l’infarto, mentre  berne quattro o cinque ridurrebbe la mortalità cardiovascolare, nonostante un altra ricerca sostenga che bere questa quantità farebbe male alla salute, soprattutto per le donne in gravidanza e i giovani sotto i 18 anni.

Cosa succede se si supera questo limite? Oltre le cinque tazzine di caffè al giorno si potrebbe iniziare a soffrire di insonnia, tremolii, ansia o tachicardia.

Finché conosciamo il limite di tazzine di caffè da non superare, non correre rischi sembrerebbe semplice.
Il problema è che spesso la caffeina si trova in molti prodotti come cibi confezionati, integratori dietetici e bibite, di cui spesso ci dimentichiamo di controllare la composizione e bisognerebbe quindi fare attenzione se la sua presenza viene segnalata sulle etichette. In particolare bisogna controllare bene i prodotti venduti come integratori, alcuni di quali sono un concentrato di caffeina pura. Un solo cucchiaino di polvere concentrata può contenere l’equivalente di 28 tazzine di caffè.

L’equivoco del caffè “decaffeinato”

Parlando di tè e caffè, la quantità da assumere può variare anche in base e come e dove sono cresciute foglie e semi, lavorazione e preparazione. Per esempio, una lattina di bibita caffeinata ne contiene tra i 30 e 40 milligrammi, mentre una tazza di te verde o nero 30-50, una tazzina di caffè dagli 80 ai 100 milligrammi, e gli energy drink fino a 250.

Inoltre ci sarebbe un equivoco molto diffuso, precisa l’Fda: tè e caffè decaffeinati in realtà contengono comunque caffeina, anche se in quantità minore (2-15 milligrammi per una tazzina di caffè).

Alcuni farmaci possono rendere più sensibili agli effetti della caffeina e in fase di gravidanza e di allattamento può essere consigliabile chiedere al medico se limitarne il consumo. Oltre agli effetti collaterali sopra citati, ci possono essere anche vere e proprie reazioni tossiche in caso si consumino rapidamente grandi quantità di caffeina: intorno ai 1200 milligrammi si possono avere anche attacchi epilettici.

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