Cannabis, l’uso frequente può causare problemi cardiaci anche ai giovani

Due nuovi studi rivelano che esagerare con la marijuana espone al rischio di aritmie e ictus

Un recente studio aveva già messo in guardia sui rischi legati anche ad un consumo sporadico di cannabis tra gli adolescenti, che può portare ad un anomalo incremento del volume della corteccia cerebrale, alterando il cervello. Ora sono due le ricerche, condotte negli Stati Uniti, che confermano come l’uso frequente di marijuana possa mettere in pericolo salute del cuore, anche se si è molto giovani.

Abuso e rischi per il cuore

Condotte da un team del Giffini Hospital di Norman in Oklahoma e dell’Università George Mason di Fairfax, in Virginia e presentate al convegno annuale dell’American Heart Association, le due ricerche si sono concentrate sul rapporto tra abuso di questa sostanza e rischi cardiologici. Come il fumo e l’alcool, anche l’abuso di marijuana può portare infatti alla comparsa di problemi di salute di questo tipo, esponendo soprattutto al rischio di aritmie cardiache e ictus.

Il primo studio, condotto su un ampio campione di persone ricoverate per aritmie di varia natura negli anni 2010-2014 e in Stati in cui la legalizzazione è già avvenuta, ha dimostrato come nemmeno la giovinezza protegga dagli effetti negativi dell’abuso di cannabis sul cuore.
Rikinkumar Patel, uno degli autori, sottolinea che “i medici dovrebbero chiedere ai pazienti ricoverati per aritmie se fanno uso di cannabis, perché potrebbe avere innescato l’aritmia”.

Chi rischia di più?

Secondo la prima ricerca, esisterebbero categorie più a rischio di aritmia legata al consumo di cannabis, come gli afroamericani tra i 15 e i 24 anni, anche se a consumare maggiormente questa sostanza sono i maschi bianchi di età compresa tra 45 e 54 anni.

Il secondo studio, invece, si è basato su un campione di 43 mila persone tra i 18 e i 44 anni e ha evidenziato che, chi usava cannabis almeno dieci giorni al mese, presentava una pressione sanguigna maggiore,  aumentando così il rischio di ictus in giovane età di 2,5 volte (che cresceva a 3 se associato al fumo di sigaretta).

Alla luce di questi risultatti, l’American Heart Association ritiene quindi che, in luoghi in cui la marijuana è legale, dovrebbe esistere un’infrastruttura di sanità pubblica che integri l’uso di questa sostanza in sforzi globali di controllo, per esempio ponendo maggiori limiti di età per l’acquisto e altri provvedimenti.
Dal 2017 che la cannabis può già essere utilizzata a scopo terapeutico, per portare sollievo a pazienti affetti da gravi patologie. Nonostante esistano conseguenze negative per la salute, come evidenziato da questi due studi, altre ricerche hanno dimostrato che negli adulti il consumo di marijuana può aiutare la memoria, rallentando il declino cognitivo e lo sviluppo di malattie come l’Alzheimer.

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